Pubblicato: martedì, 26 ottobre 2010
Per approfondire:
» Sito della Fondazione Slow Food per la Biodiversità
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Grazie a una grande mobilitazione internazionale saranno avviati orti scolastici, comunitari, e urbani in tutti i paesi africani, a partire da quelli in cui la rete di Terra Madre è già solida (Kenya, Uganda, Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Etiopia, Senegal, Tanzania, …). Gli orti saranno coltivati secondo tecniche sostenibili (compostaggio, preparati naturali per la difesa da infestanti e insetti, gestione razionale dell’acqua), comprenderanno alberi da frutta, verdure ed erbe medicinali, e privilegeranno le varietà locali. Saranno gestiti dalle comunità di Terra Madre, ma anche da alcuni studenti africani rientrati nelle loro comunità dopo la laurea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Fare un orto in Africa significa produrre cibo sano e fresco per la comunità, trasferire i saperi degli anziani alle nuove generazioni, favorire la conoscenza dei prodotti locali, il rispetto dell’ambiente, l’uso sostenibile di suolo e acqua, la salvaguardia delle ricette tradizionali. Significa anche ridare un valore al mestiere del contadino, oggi rifiutato dai giovani, In Africa come in moltri altri continenti.
In questo continente, nel 1970 i sottoalimentati erano 80 milioni. Dieci anni dopo questo numero è raddoppiato, per raggiungere i 250 milioni di persone nel 2009. Nel 1960 – all’alba della decolonizzazione – i paesi africani producevano cibo a sufficienza per il consumo domestico, anzi riuscivano addirittura a esportare. Oggi, sono costretti a importare la maggior parte degli alimenti.
Questo è uno dei risultati dell’abbandono dell’agricoltura tradizionale – basata sulla diversità, sulle varietà locali, sullo scambio delle sementi tre le comunità – e del passaggio all’agroindustria, che significa monocolture per l’esportazione (dal cotone alle produzioni destinate agli agrocarburanti) e ricorso massiccio alla chimica (fertilizzanti e pesticidi, che costano e impoveriscono i terreni).
Per cambiare direzione è importante preservare la biodiversità, puntare sulle comunità, lasciare loro la libertà e la responsabilità di decidere cosa coltivare, mangiare e vendere. Ed è possibile farlo solo attraverso tante piccole iniziative locali. L’orto è una di queste.
Impegnamoci insieme per realizzarne mille: per il futuro delle comunità africane ma anche per il futuro del nostro pianeta.
Durante il Terra Madre Day potrete organizzare iniziative per raccogliere fondi, ma anche scambi e gemellaggi tra orti e scuole del vostro paese e realtà africane. Saremo lieti di darvi le informazioni e l’assistenza necessarie.
Il costo annuale per realizzare un orto in Africa è di 900 euro e comprende diverse voci: acquisto delle attrezzature (zappe, pale, innaffiatoi, sementi, piantine da trapianto), formazione del personale locale, coordinamento delle attività in loco, organizzazione di scambi di formazione, distribuzione di materiale didattico nelle lingue locali (swahili, amarico, oromo, bambarà, wolof), assistenza tecnica, un contributo per sostenere i costi di borse di studio per giovani africani e un contributo per la partecipazione delle comunità degli orti africane all’evento Terra Madre.
La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus – strumento tecnico di Slow Food per realizzare progetti a sostegno delle comunità del cibo di Terra Madre – gestirà i contributi e coordinerà le attività in Africa.
Per adottare un orto in Africa o per avere maggiori informazioni, potete contattare Elisabetta Cane, tel. +39 0172 419756 – ortiafrica@terramadre.org
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Tags: Terra Madre, Terra Madre Day
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